Teatro Buffo

 

è un gruppo teatrale formato da attori con e senza disabilità. La ricerca di Teatro Buffo si muove in uno spazio dove le differenze non rientrano nelle categorie normalità / diversità, ma nella semplice considerazione che ognuno di noi è diverso dall’altro.

Elemento costitutivo di Teatro Buffo è essere una comunità che cresce artisticamente e umanamente. Comunità che si apre all’esterno contaminando e lasciandosi contaminare.

Teatro Buffo nasce come progetto di teatro integrato nel mese di maggio 2007,  da un’idea di Suzana Zlatkovic, come risposta alle esigenze di integrazione, socializzazione e divertimento al di fuori dello spazio domestico, emerse dall’esperienza di servizio alle persone disabili nelle case famiglia gestite dalle cooperative sociali del territorio. Dal 2014 il progetto Teatro Buffo è gestito dall’associazione culturale Anticorpi.

Nel progetto vengono coinvolte le case famiglia del territorio Romano, attraverso la partecipazione di cinque abitanti delle case famiglia e due attori professionisti. Attualmente attori della compagnia sono: Giuseppe Vomero, Elio Meloni, Giusi Nazzaro, Emilia Balbo,Simone di Pascasio, Irene Giorgi, Roberto Cortellesi e Roberto Montosi. Il gruppo è coordinato da Suzana Zlatkovice diretto da Maria Teresa Farella.

Nel nostro training si dà voce alla trasformazione e alle infinite possibilità creative dei corpi, spesso addormentati e incastrati in ruoli ben definiti. Teatro Buffo concede l’occasione di fare nuove e diverse esperienze delle proprie abilità a tutti i danzatori per andare oltre i limiti a cui si è abituati uscendo così dagli schemi convenzionali, dal ruolo, dalla struttura per entrare in altri schemi, nuovi, a cui l’individuo dà forma attraverso l’interazione con il resto del gruppo. Per fare questo mescoliamo il teatro fisico, la danza e la voce. Il nostro metodo prende vita dal corpo di ogni singolo danzatore con le sue posture, i suoi gesti, lo sguardo, la voce, la respirazione, il movimento. I movimenti e le espressioni non sono mai imposti dal coreografo-regista ma si muovono dal danzatore attraverso suggestioni e immagini.

La storia prende forma dal ritmo fisiologico caratterizzante ogni danzatore-individuo, da movimento delle proprie emozioni verso il gesto scenico; ponendo l’attenzione nel gesto quotidiano e concreto come racconto di se stessi, esplorandolo con l’improvvisazione e la composizione scoprendo la qualità estetica. Essere semplicemente ciò che si è, nella totalità delle differenze. Tutti diversi ma insieme, verso la stessa meta.