Simone Di Pascasio

Chi non si fa attendere è Simone Di Pascasio, due metri e spicci di altezza, per Emilia è biondo, ma lui non lo sa, per cui si ostina ad avere i capelli neri. Per tutti e sopra-tutti è il “faro” della compagnia: un dinoccolato compendio di caos organizzato che non sa cosa significhi risparmiarsi. Si allena alla resistenza fisica da quando era bambino nella campagna romana di Grottarossa, dove è nato, quando faceva la lotta col fratello e nelle pause sognava di diventare uno scienziato pazzo. C’è riuscito solo a metà. Oggi è un attore pazzo. “Felicemente condannato” come dice di essere sul palco, nutre tuttora desideri irrazionali: essere un grande calciatore, saper volare, parlare con gli animali. Dicono ci sia riuscito, ma non è dato sapere in cosa. E se questo vi sembra strano è perché forse non l’avete ancora visto in scena.

simoautrice biografema Monica Martino

foto Jessica Tosi


Roberto Montosi

Roberto é un sacco di tempo che non lo vede nessuno. Dice. Eppure su quel palcoscenico ‘zampilla’ e risorge, dicono. Si maschera e smaschera. Qualcuno allora lo guarda. La sua casa non è il guscio spezzato dove abita. Non più. La sua vita è dove piega e pialla il legno, dove le mani gli profumano di resina, dove progetta la forma dei suoi mobili, nel gesto che accompagna suo figlio su un nuovo percorso. E poi è sul palco del teatro dove ‘vola verso il suo obiettivo’. Lì trova i suoi fratelli impavidi e le sue sorelle tersicoree. Ora molti lo guardano e tutti lo vedono: ora sa che ‘ danzando tutto si sarebbe avverato’.autrice biografemi Monica Martino

foto Jessica Tosi


Irene Maria Giorgi

Dell’odore di mosto della cantina abruzzese che frequentava col nonno, Irene è ancora impregnata.Delle discese spericolate in slittino l’Irene di oggi ne ha fatto coreografia. Sarà quest’ebbrezza che, a detta dei suoi compagni di scena, la rende un po’ ballerina e un po’ strega? Eppure sembra guardare gli altri dall’alto con una lucida saggezza di 28enne e sembra sapere, senza dire, dove vuole andare: la Norvegia e le aurore boreali, l’India sacra e le spezie coabitano senza conflitti nello stanza dei suoi desideri di avventura, ma per il momento è il palcoscenico di Teatro Buffo la sua palestra di vita.autrice biografema Monica Martino

foto Jessica Tosi


Suzana Zlatkovic

Suzana Zlatkovic

 

Nata e cresciuta a Belgrado, nel 1995 approda in Italia più precisamente a Roma dove tuttora vive e lavora. Portando con se dai Balcani il titolo di infermiera professionale, rimane nel campo della cura dell’altro, cambiando il paradigma dalla mera assistenza infermieristica alla relazione d’aiuto. Completa il corso di assistente socio sanitario, operatore di teatro nel sociale, e nel 2021 si laurea in scienze e tecniche psicologiche.

Da novembre del 1998 al gennaio del 2019 è socia fondatrice e operatrice socio sanitaria della Cooperativa “Spes contra spem” che ha promosso, in collaborazione con il V Dipartimento del Comune di Roma e la ASL della IV circoscrizione, i progetti di residenza per le persone adulte e comunità alloggio per i minori in difficoltà.

Nel 2007 fonda il gruppo teatrale integrato Teatro Buffo. Una compagnia teatrale composta da persone con e senza disabilità. La compagnia in pochissimi anni diventa un forte punto di riferimento non solo per i partecipanti ma anche per il pubblico che la segue. Negli anni la compagnia viene invitata a presentare i propri spettacoli in teatri in tutta Italia e all’estero, e vince svariati premi.

Nel 2011 fonda l’Associazione Culturale Anticorpi che si occupa di promozione del teatro sociale e organizza il Festival intitolato Anticorpi. L’esperienza del festival si ripete per ben sette anni portando in scena spettacoli da tutta l’Italia nei più importanti teatri Romani. L’associazione inoltre organizza laboratori teatrali, di musica e di danza come eventi formativi e di condivisione di un modo di operare contro il disagio sociale attraverso l’arte. L’associazione negli anni realizza vari progetti, legati alle arti audiovisive e all’integrazione sociale, quali il concorso fotografico Sinestesie e il festival di cortometraggi AntiCorti.

Nel 2020 crea il progetto The Katerpirlas, per portare l’esperienza e la creatività degli attori della compagnia teatrale Teatro Buffo, ad un pubblico più ampio e variegato, quale quello dei social network, e diventa un canale video su YouTube, The Katerpirlas, che contiene i lavori video realizzati dalla compagnia.

 

 

Monica Martino :

Suzana è mia amica e quindi ho il lusso di non essere obbiettiva. Benché con lei abbia spesso goduto, anche, di chiacchiere argute, è ai suoi silenzi che vorrei che faceste attenzione: lì troverete attenzione, ingegno e accoglienza. Più calore di quanto ci sia in un paiolo sul fuoco. Senza di lei nessun profumo nella grande cucina di Teatro Buffo.  A lei, il mio più intimo grazie.


Maria Teresa Farella

Maria Teresa Farella regista e regina, è cresciuta nell’atmosfera mitica di ‘Narciso e Boccadoro’ e, fior di adolescenza, ne porta con sé, in palcoscenico, le suggestioni dell’amore sensuale. Aggiungeteci che è dalla Puglia che viene il sapore della sua carne e il profumo dei suoi desideri: salina espressione del Mediterraneo e curioso piacere di e_vibrazioni intellettuali. E’ facile immaginarla che danza volteggiando alla maniera dei Sufi: lei, la sua gonna a ruota e una musica trascinante in un tardo pomeriggio di Aprile. Non guardatela negli occhi. Fate come lei comanda.

autrice biografema Monica Martino

foto Jessica Tosi


Roberto Cortellesi

Roberto Cortellesi è un “tentacolare tuttologo, appassionato al limite dello sdolcinato”. Così lo definiscono i suoi colleghi della compagnia. Anche lui cresce a Talenti e la sorella lo accompagna nei suoi giochi. E’ nato a Gennaio e mostra una certa passione per l’astrologia quando afferma con orgoglio di essere un Capricorno. Adora i gelati e avere tanti amici. In effetti Roberto è uno strabordante animale sociale dietro una maschera perfetta che non vede l’ora di dire la sua; per lui fare teatro è stato l’esito naturale del suo temperamento. Sul palcoscenico trova se stesso e si riconosce “Io sono un comico!”

3robautrice biografema Monica Martino

foto Jessica Tosi


Giusi Nazzarro

Nata e cresciuta a Roma, scopre il teatro all’età di 8 anni vestendo i panni di Bert, lo spazzacamino di MaryPoppins, e da quel momento è amore totale. Negli anni studia con vari maestri e frequenta scuole, laboratori e workshop a Roma e all’estero di recitazione e di danza contemporanea.  Si laurea con lode al DAMS di Roma Tre con una tesi sul teatro di guerra in Bosnia Erzegovina, dopo la laurea si specializza nel teatro in contesti educativi e sociali frequentando un Master biennale alla Sapienza in Teatro nel sociale e Drammaterapia e frequentando diversi workshop di teatro integrato, danceability e teatro e danza sociale iniziando così a lavorare nei contesti educativi e legati alla disabilità, nei centri diurni e DSM, nei centri anziani, con i migranti. Dal 2008 è attrice della compagnia di teatro integrato Teatro Buffo, con cui ha girato l’italia e è uscita dai confini nazionali portando in scena 7 spettacoli diversi e dal 2011 è socia dell’associazione culturale Anticorpi, di cui oggi è anche vicepresidente, con cui ha organizzato 7 edizioni Di Anticorpi, Festival di teatro per l’inclusione sociale e diverse formazioni legate all’arte e all’inclusione sociale.

Contemporaneamente inizia a lavorare come formatrice per adulti, adolescenti e bambini per organizzazioni come Save the Children e la cooperativa sociale EDI Onlus, per cui lavora in svariati progetti di formazione contro la dispersione scolastica, contro la discriminazione e nella promozione dei diritti dei minori. Diventa esperta di Tutela e protezione di minori contro ogni forma di abuso e violenza, ha fatto parte del Roster emergenze nazionali di Save the Children con cui ha lavorato nelle emergenze terremoto dell’Emilia Romagna e del Centro Italia e nell’emergenza migranti a Roma.

Organizza e coordina team building per i dipendenti di aziende ed è formatrice per gli operatori di dialogo diretto e di telemarketing. Oggi è referente regionale del programma Fare Sistema Oltre l’Accoglienza che promuove l’autonomia di giovani italiani e stranieri in condizioni di vulnerabilità.

Monica Martino :

Giusi Nazzarro, trent’anni a luglio 2012, ha l’esuberanza riservata di una gran leonessa. Nata e cresciuta nei pressi di Roma, il teatro lo frequenta fin da bambina quando scrive copioni e allestisce spettacoli con e per la sua classe alle scuole elementari e mette in scena, per il solo pubblico familiare, “sketch di parolacce” in rivalsa verso l’autorità paterna. Da adulta il Master in Teatro sociale e gli stage sperimentali in contesti di dopo guerra come quello dei Balcani, la porteranno a fare l’attrice “per un caso”, dice lei. La sua passione segreta è ballare musica anni ’70-’80, da sola o in compagnia, e confessa di nutrire un’ammirazione irrazionale per chi sa cucinare, attività che l’annoia profondamente. Due anni fa l’incontro fulminante con Teatro Buffo le ha fatto scoprire il piacere della sospensione del tempo e l’assenza dell’obbligo di essere altro da se stessi. “Su quel palco,- afferma- io sono Io.”

foto: Suzana Zlatkovic


Emilia Balbo

Una diversità compiutamente felliniana emana dall’atto teatrale di Emilia Balbo: nata “ar Tufello” e vissuta in una famiglia numerosa di sangue siciliano, possiede quella comicità naturale che non fa differenza tra il palcoscenico e il dietro le quinte. Sarà per l’accento romanesco, sarà per l’irruenza che s’intuisce trattenuta, sarà per un ritmo comico che rimanda all’ineludibile, Emilia ci tocca dove nessun altro potrebbe. Oscilla tra la passione per il flipper e l’insalata di riso, e la “cellulite amara” non è per lei un pensiero. E’ in compagnia del suo orsacchiotto preferito in una delle sue esibizioni più famose, ma chissà un giorno entrerà in scena con altri esilaranti fuoriprogramma sulla “proboscide” o su un misterioso mazzo di chiavi. Noi attendiamo fiduciosi.

3emiliaautrice biografema Monica Martino

Foto Jessica Tosi


Elio Meloni

Elio Meloni è nato a Roma il 7 novembre di “tutti gli anni”. Da bambino desiderava fare il dottore. È tifoso della Roma e leggere il giornale, che tiene sempre con se, è molto più che una semplice passione. Sembra sia stato il caso a portarlo al teatro, ma non è così: da vero pierrot, è schivo a parlare di sé, a rivelare la propria età e mal dissimula le sue emozioni. Il palcoscenico è l’ ambiente che frequenta con determinazione e impeto. Sul palco lui “è il Teatro”. E non lasciatevi trarre in inganno, quel suo sorriso estraniante è parte di quell’abito del quale avrete ancora fame.

3elioautrice biografema Monica Martino

foto Jessica Tosi


FOTO

 

 Foto: Jessica Tosi 

Foto: Jessica Tosi

Foto  Jacopo Marchini


VIDEO

"La scatola Magica" di Jessica Tosi vince il primo premio del festival Cascina Farsetti edizione 2016 

https://vimeo.com/233883426

Teatro Buffo è un progetto di teatro integrato nato nel 2007 a Roma. L'incontro tra gli attori di Teatro Buffo avviene spontaneamente tramite la condivisione di libere follie che non si preoccupano di essere considerate assurde, impossibili o surreali. Il progetto vuole rappresentare l'autenticità di semplici pensieri, all'apparenza onirici, ma quotidiani e senza limiti di fantasia. La lotta contro i muri della solitudine e dell'incomprensione, utilizza come arma un linguaggio creativo condiviso tra persone disabili e "normodotate", un linguaggio necessariamente leggero ed ironico che fa tesoro delle differenze e valorizza le infinite, policrome visioni del mondo. L'obiettivo è quello di accogliere la follia di un pensiero istintivo in modo naturale e privo di giudizio. La scatola magica è una storia costruita su mimica e dialoghi che si collocano al di là della visione omologata ai criteri sociali dogmatici di "normalità" e "naturalezza". La scatola magica è svolto e proposto da Jessica Tosi come rappresentante di Sinestesie, contenitore di iniziative volte a conciliare fotografia e inclusione sociale, all'interno dell'Associazione Culturale Anticorpi.


EVENTI

Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale

Il lavoro che segue nasce da una esperienza vissuta. E come spesso accade dal particolare si passa all’universale e esperienze vere e vive ci danno l’occasione per una riflessione astratta, per poter generalizzare e far poi ridiventare l’astrazione risposte concrete. Nasce dall’incontro con Tiziana e la sua avventura in un ospedale romano.

Tiziana è una donna con disabilità  accolta in una casa famiglia per persone con grave disabilità.  Capisce con tanta fatica e con ancor più fatica si esprime. Ma chi la ha incontrata, chi con anni di pazienza ha imparato a decifrare il suo linguaggio, semplice ma pieno, ha imparato ad amarla. È il meccanismo dell’amore tra persone è sempre lo stesso, si conosce, si apprezza l’altro, per ciò che è e anche per ciò che non è. Così è stato per tanti anni per Tiziana a Casablu, la casa famiglia che la ha accolta. Per aiutarla a mangiare ci voleva tanta pazienza, per farle ingoiare le medicine bisognava parlarle, convincerla, e lei era testarda e non ne voleva sapere, una lotta giocosa tutti i giorni. Che finiva poi con abbracci, ristate e battute pungenti che Tiziana non risparmiava a  nessuno. Era amata proprio per questo. Aveva sempre una parola che definiva anni di relazioni. Una sintesi direi introvabile. Un giorno di novembre Tiziana si ammala. Banale influenza, lei è cagionevole di salute e viene ricoverata in ospedale. In ospedale le regole sono ferree. Le persone che per anni si sono prese cura di Tiziana possono entrare solo negli “orari di visita”. Per il resto Tiziana resta sola. E oltre lo sconforto per una persona ammalata e sola ci sono tutte le complicazioni per una persona che non sa comunicare in modo “normale” e che non ha bisogni “normali”. Difficile quindi per gli infermieri somministrare la terapia, ascoltarla mentre la mattina cercava di dire “ho freddo con le finestra aperte a novembre”. Sopraggiunge la Polmonite, contratta in Ospedale. Nel rapporto con il paziente l’ascolto dei suoi bisogni è fondamentale per individuare la cura. Così  il dodici dicembre del 2004 Tiziana è morta. Inascoltata. Da sola. È passato del tempo da allora, anni. Il tempo necessario a fare di questo lavoro non una rivendicazione o una “riparazione” a un torto subito, ma il tentativo di trasformare una storia triste in speranza. Per tante altre persone come Tiziana. È la Speranza che da venti anni ci anima: Spes contra Spem. È il nome della cooperativa che anima Casablu. E’ la Speranza che vince la difficoltà, che guarda lontano, che costruisce.

COMITATO SCIENTIFICO

Claudio Imprudente (scrittore e giornalista), Marco Bertelli (psicologo), Angelo Mantovani (Direttore Scientifico DAMA), Carlo Valerio Bellieni (dirigente medico Azienda Sanitaria Senese), Linda Cestaro (responsabile infermieristico DAMA), Maria Luisa Di Pietro (professoressa  Bioetica e Igiene UCSC), Serafino Corti (Direttore dipartimento disabili della Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro (CR))

COMITATO ORGANIZZATIVO

NICOLA PANOCCHIA, LUIGI VITTORIO BERLIRI, ANGELA GENTILE, CLAUDIA ORIETI, ROSSELLA LAURO

RASSEGNA STAMPA

Di seguito una selezione di articoli dalla rassegna stampa odierna e alcuni file di servizi che sono andati in onda a margine della presentazione della Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale.

[il servizio su TG 2000 - 7 marzo 2013]

[il servizio su TG 3 regionale Lazio - 7 marzo 2013]

[il servizio su RADIO UNO - GR regionale Lazio - 7 marzo 2013]

[il servizio su TG2 - 7 marzo 2013]


Statuto dell'associazione

Titolo I – Costituzione e scopi

Articolo 1 (Denominazione)

E’ costituita un’Associazione culturale denominata “Anticorpi”. L’Associazione ha sede in Roma, via Incisa in Val d’Arno 178, ed opera principalmente nel territorio del comune di Roma. L’eventuale cambio di indirizzo o sede nell’ambito dello stesso comune non comporterà alcuna variazione allo Statuto.

L’Associazione ha durata illimitata.

 

Articolo 2 (Oggetto sociale)

L’Associazione non ha scopo di lucro ed intende svolgere attività di utilità sociale, nei confronti degli associati e di terzi, operando per promuovere la produzione e la fruizione di attività culturali, utilizzando tutti i linguaggi dell’arte: musica, teatro, danza, cinematografia, fotografia, pittura, scultura, poesia e altre forme ed espressioni artistiche. Grande attenzione riveste per l’associazione la funzione sociale dell’arte, come mezzo per produrre benessere, salute, e migliorare la qualità della vita di ciascuno, ma in particolare dei soggetti più svantaggiati, portatori di handicap, anziani, minori in condizioni di disagio, tossicodipendenti, disadattati, emarginati in genere.

L’associazione intende:

  1. Produrre, allestire e rappresentare concerti, spettacoli, mostre e manifestazioni artistiche varie.
  2. Organizzare manifestazioni culturali, quali rassegne, festival, conferenze, concorsi, premi, saggi concerti, mostre, spettacoli, ed ogni altra forma di evento legata all’arte.
  3. Attivare iniziative, in collaborazione con altri enti, associazioni, per la diffusione della cultura.
  4. Organizzare attività formative quali laboratori, corsi, seminari
  5. Proporsi come punto di incontro e di aggregazione di interessi culturali assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile attraverso l’ideale della formazione permanente.

In particolare, l’Associazione potrà svolgere le seguenti attività:

  1. Stipulare ogni opportuno atto o contratto, anche per il finanziamento delle operazioni deliberate, tra cui, senza l’esclusione di altri, l’assunzione di finanziamenti e mutui, a breve o a lungo termine, la locazione, l’assunzione in convenzione o comodato o l’acquisto, in proprietà o in diritto di superficie, di immobili, la stipula di convenzioni di qualsiasi genere anche trascrivibili nei pubblici registri, con Enti pubblici o Privati, che siano considerate opportune ed utili per il raggiungimento degli scopi dell’associazione.
  2. Amministrare e gestire i beni di cui sia proprietaria, conduttrice, comodataria o comunque posseduti, anche predisponendo e approvando progetti e lavori di consolidamento e manutenzione straordinaria
  3. Stipulare convenzioni e contratti per l’affidamento in gestione di parte delle attività
  4. Ingaggiare, assumere e/o scritturare artisti, esperti, o personale specializzato, per il compimento degli obiettivi statutari
  5. Partecipare e aderire ad associazioni, enti ed istituzioni, pubbliche o private, la cui attività sia rivolta al perseguimento di scopi analoghi a quelli dell’associazione
  6. Richiedere finanziamenti, accettare sponsorizzazioni e ricorrere ad abbinamenti pubblicitari per il sostegno finanziario delle finalità statutarie, e per la copertura dei costi della realizzazione di iniziative;
  7. Svolgere ogni altra attività idonea o di supporto al perseguimento delle finalità istituzionali
  8. Inoltrare le opportune richieste di contributi a Enti Privati, Enti Pubblici, persone fisiche e persone giuridiche per il raggiungimento dei propri fini istituzionali.

TEATRO BUFFO, IL FILM

Cerchiamo quel momento di grazia atteso, mai scontato, quell’autentico travaglio creativo costruito senza sovrastrutture, senza scenografie, senza copione, solo minimi impulsi teatrali. Questa ricerca nasce dal gesto: affaticato, contorto, distorto, a volte ossessivo, a volte bloccato, profondamente imperfetto. Un gesto che crei una sospensione della sequenzialità ritmica normale in una prospettiva estetica... 'diversa'.
Teatro Buffo

La particolarità della compagnia TEATRO BUFFO non è quella di essere in parte composta da attori diversamente abili, bensì la capacità di rendere perfetto un gesto quotidiano imperfetto.

Vorreste vederli in un film? Cerchiamo i fondi per girarlo.

La compagnia teatrale TEATRO BUFFO unisce l'integrazione di persone diversamente abili alla creazione di un'esperienza artistica autentica. Questo film si pone lo stesso obiettivo, solo attraverso l'esplorazione di un altro mezzo: quello del cinema.
Per il momento abbiamo soltanto l'idea e il trailer dimostrativo, girato senza budget, del film che abbiamo in mente: siamo alla ricerca di finanaziamenti e produzioni... puo' interessarvi ?

Il trailer è visibile su:

 
Contattateci:
regista film: Marisa Vallone:  marisa_vallone@hotmail.com

Regia compagnia teatrale: Davide Marzattinocci
produzione: cooperativa sociale Spes contra Spem
responsabile progetto: Suzana Zlatkovic
case famiglia: casablu, casasalvatore

[vimeo http://vimeo.com/65139649]


Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale

Il lavoro che segue nasce da una esperienza vissuta. E come spesso accade dal particolare si passa all’universale e esperienze vere e vive ci danno l’occasione per una riflessione astratta, per poter generalizzare e far poi ridiventare l’astrazione risposte concrete. Nasce dall’incontro con Tiziana e la sua avventura in un ospedale romano.

Tiziana è una donna con disabilità  accolta in una casa famiglia per persone con grave disabilità.  Capisce con tanta fatica e con ancor più fatica si esprime. Ma chi la ha incontrata, chi con anni di pazienza ha imparato a decifrare il suo linguaggio, semplice ma pieno, ha imparato ad amarla. È il meccanismo dell’amore tra persone è sempre lo stesso, si conosce, si apprezza l’altro, per ciò che è e anche per ciò che non è. Così è stato per tanti anni per Tiziana a Casablu, la casa famiglia che la ha accolta. Per aiutarla a mangiare ci voleva tanta pazienza, per farle ingoiare le medicine bisognava parlarle, convincerla, e lei era testarda e non ne voleva sapere, una lotta giocosa tutti i giorni. Che finiva poi con abbracci, ristate e battute pungenti che Tiziana non risparmiava a  nessuno. Era amata proprio per questo. Aveva sempre una parola che definiva anni di relazioni. Una sintesi direi introvabile. Un giorno di novembre Tiziana si ammala. Banale influenza, lei è cagionevole di salute e viene ricoverata in ospedale. In ospedale le regole sono ferree. Le persone che per anni si sono prese cura di Tiziana possono entrare solo negli “orari di visita”. Per il resto Tiziana resta sola. E oltre lo sconforto per una persona ammalata e sola ci sono tutte le complicazioni per una persona che non sa comunicare in modo “normale” e che non ha bisogni “normali”. Difficile quindi per gli infermieri somministrare la terapia, ascoltarla mentre la mattina cercava di dire “ho freddo con le finestra aperte a novembre”. Sopraggiunge la Polmonite, contratta in Ospedale. Nel rapporto con il paziente l’ascolto dei suoi bisogni è fondamentale per individuare la cura. Così  il dodici dicembre del 2004 Tiziana è morta. Inascoltata. Da sola. È passato del tempo da allora, anni. Il tempo necessario a fare di questo lavoro non una rivendicazione o una “riparazione” a un torto subito, ma il tentativo di trasformare una storia triste in speranza. Per tante altre persone come Tiziana. È la Speranza che da venti anni ci anima: Spes contra Spem. È il nome della cooperativa che anima Casablu. E’ la Speranza che vince la difficoltà, che guarda lontano, che costruisce.

COMITATO SCIENTIFICO

Claudio Imprudente (scrittore e giornalista), Marco Bertelli (psicologo), Angelo Mantovani (Direttore Scientifico DAMA), Carlo Valerio Bellieni (dirigente medico Azienda Sanitaria Senese), Linda Cestaro (responsabile infermieristico DAMA), Maria Luisa Di Pietro (professoressa  Bioetica e Igiene UCSC), Serafino Corti (Direttore dipartimento disabili della Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro (CR))

COMITATO ORGANIZZATIVO

NICOLA PANOCCHIA, LUIGI VITTORIO BERLIRI, ANGELA GENTILE, CLAUDIA ORIETI, ROSSELLA LAURO

RASSEGNA STAMPA

Di seguito una selezione di articoli dalla rassegna stampa odierna e alcuni file di servizi che sono andati in onda a margine della presentazione della Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale.

[il servizio su TG 2000 - 7 marzo 2013]

[il servizio su TG 3 regionale Lazio - 7 marzo 2013]

[il servizio su RADIO UNO - GR regionale Lazio - 7 marzo 2013]

[il servizio su TG2 - 7 marzo 2013]